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IL GRANDE ORIENTE APRE LE SUE PORTE
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IL GRANDE ORIENTE APRE LE SUE PORTE
Roma, 17 aprile 2009
Dossier Emilia-Romagna - Intervista al Gran Maestro del GOI, Gustavo Raffi.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Da
Mozart a Carducci, da Garibaldi a Zanardelli, da Beethoven a Bolivar,
da Allende a Quasimodo. La Massoneria vanta origini antichissime.
La riflessione di Gustavo Raffi, guida del Grande Oriente d’Italia:
"La
Massoneria è l'habitat naturale per coloro cha amano mettersi in
discussione, per gli uomini che cercano la Verità. L’obiettivo è
perfezionare se stessi per contribuire a riformulare un nuovo umanesimo
dove l'Uomo venga posto al "centro di tutto".
Una
scuola di pensiero che educa a diventare cittadini e al rispetto della
alterità. Una pedagogia del dialogo, fondamentale oggi perché serve a
evitare volontà egemoniche.
«La
massoneria è un percorso di uomini liberi: il massone non nega la
verità, ma la ricerca, e in questo percorso si confronta con i suoi
simili che possono contribuire a comprenderla»
spiega
Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Fondamentale
è, in questo contesto, l’individuazione di terreni comuni, di valori
condivisi che abbiano al loro centro l’uomo con i suoi sogni e con le
sue idealità.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]«Il
vero massone è l’uomo che non si stanca mai di cercare la verità. Non
siamo custodi passivi di passate memorie, ma rivendichiamo un ruolo
vivo e propositivo di una istituzione che vuole contribuire in modo
originale e costruttivo alla soluzione di problemi centrali per la
nostra cultura, identità civile ed etica. Il Grande Oriente d’Italia si
propone come un laboratorio vivente, pronto a raccogliere la sfida
posta dagli interrogativi del nuovo millennio»....
Leggi tutto...
Cosa è cambiato nella ritualità, nel ruolo e negli obiettivi della massoneria italiana dai suoi esordi?
«La ritualità fa parte del patrimonio iniziatico della Massoneria. È il nostro Dna che rimane immutato nel tempo.
Tutto
ciò tuttavia non è ancora sufficiente perché una persona possa essere
accolta nel Grande Oriente d’Italia. Infatti è necessario effettuare
tutta una serie di accertamenti volti a verificare che il candidato sia
assolutamente trasparente e che non abbia alcuna pendenza con la
giustizia».
Crede che esista un pregiudizio diffuso nei vostri confronti da parte dell’opinione pubblica?
«Non
più. Prima eravamo il capro espiatorio di tutto ciò che accadeva nella
società. Ma in questi anni abbiamo dialogato costantemente con la
società civile, accantonando la riservatezza. Abbiamo aperto i nostri
archivi agli studiosi; le nostre iniziative culturali sono pubbliche;
abbiamo un sito Internet, una radio e una Tv on line. L’epoca della
massoneria intesa come istituzione iper-riser-vata, inaccessibile e
segreta, è da tempo svanita».
Come si pone nei confronti di quella che è la loggia massonica più celebre a livello me-diatico, la P2?
«È
stata una pagina nera nella storia del Grande Oriente d’Italia e per
quella del nostro Paese. La nostra condanna della P2 è, e resta,
inappellabile. La P2 è stato un fenomeno deviato e deviante che ha
in-ferto una ferita profonda al Grande
Oriente d’Italia. Mi rincuora ricordare che il bubbone della P2 scoppiò, allora, proprio per merito dei massoni democratici».
Lei
ha definito la massoneria un’istituzione aperta alla modernità e alla
tolleranza. Cosa significa in concreto e a quali ambiti del vivere
sociale e politico si riferisce?
«Per quanto il nostro compito non sia politico e non debba essere tale, sentiamo l’obbligo [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]di
offrire un contributo costruttivo alla società civile per vivere la
contemporaneità in sintonia con i drammi del nostro secolo, con le
ansie della nostra società, senza aristocratica estraneità e
superiorità. Il Grande Oriente d’Italia da questo punto di vista ha
conseguito piena cittadinanza nella società civile proprio per il suo
stile e per il suo linguaggio. Il messaggio della Massoneria è un
messaggio interculturale e la ricerca spirituale che essa propone si
caratterizza sempre di più come una formula vincente, come uno
strumento costruttivo del vivere civile e della società contemporanea,
sempre più travagliata da problemi e drammi legati alla mancanza di
contenuti, di valori e di forme di sociabilità non conformiste».
Sempre
in quella occasione, lei ha anche definito la massoneria uno spazio
libero in cui gli uomini imparano l’arte del dialogare e di ricercare
valori condivisi. Un consiglio valido anche per la classe politica
italiana?
«Il Grande Oriente d’Italia
non si occupa di politica, non è di destra, nè di sinistra, nè di
centro e ovviamente non si inserisce nelle competizioni elettorali. Il
nostro
compito non è neanche quello di dare consigli alla classe
politica, ma in un’epoca in cui l’avversario anziché essere considerato
“altro” rispetto a un momento dialettico, viene definito “nemico”, è
bene che tutti ricordino i principi della filosofia del dialogo. Le
maggioranze e le minoranze devono nascere con la prospettiva di
risolvere i problemi perché l’interesse non è quello di una parte, ma
della società nella sua generalità. Grazie al principio del dialogo,
gli uomini si mettono in discussione, pronti a modificare il proprio
pensiero e a concepire la filosofia della scoperta come un pensiero e
mai come un errore».
Lei è stato repubblicano. Ma la massoneria ha un colore politico? Oppure può essere considerata bipartisan?
«La
massoneria è pluralista all’interno e all’esterno. Non detta una linea
politica, è una scuola di formazione, è un laboratorio. Questo vuol
dire che il Liberomura-tore, che non viene censito per il suo credo, se
è progressista rimarrà progressista, se è conservatore rimarrà
conservatore. Nessuno gli chiederà “travasi”, ma solo di testimoniare
valori e di essere coerente ai principi che professa: eguaglianza,
libertà, fratellanza ma, soprattutto, tolleranza. Essa si pone su un
piano diverso, che per la sua libertà di ricerca e per il suo anelito
universalistico trascende la politica e le sue querelle, ma mira a
riportare l’essere umano sulla via della continua incessante ricerca
interiore. Se poi, grazie a questa esperienza, l’iniziato riuscirà
anche a dare un contributo costruttivo alla società civile, avremo
contribuito a rendere più originale e profondo il contesto in cui
viviamo».
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