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Martedì 17 Febbraio 2009 TUTTI a Roma
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Martedì 17 Febbraio 2009 TUTTI a Roma
Mattino ore 9,00:
Il caso del giudice "anticrocifisso" Luigi
Tosti
Palazzaccio piazza Cavour
(per l'ingresso è obbligatorio
esibire documento personale)
Pomeriggio
16,30:
Ricorrenza della messa al rogo di Giordano
Bruno
Piazza de' Fiori
Saranno
presenti:
Luigi Tosti
Margherita Hack
Carlo Bernardini
Federico Coen
Axteismo, movimento internazionali di libero
pensiero
Vari movimenti e associazioni Atee e
Laiche
ROMA - Il 17
febbraio 2009 - e cioè in occasione della ricorrenza del 409esimo anniversario
dell'esecuzione della condanna a morte, sul rogo, di Giordano
Bruno - la Sesta Sezione Penale della
Cassazione è chiamata a decidere il ricorso del giudice Luigi Tosti contro la sentenza del
Tribunale dell'Aquila, che gli ha inflitto nel 2005 un anno di reclusione e
l'interdizione dai pubblici uffici per essersi rifiutato di tenere le udienze
perché il Ministro di Giustizia si è rifiutato, a sua volta, di togliere i
crocifissi dalle aule giudiziarie o di autorizzarlo ad esporre, a fianco dei
crocifissi, la sua menorà ebraica.
Il Vaticano
e la Conferenza Episcopale Italiana
hanno esternato la loro viva preoccupazione e il loro disappunto per
un'eventuale assoluzione del magistrato, ribadendo che l'unico simbolo religioso
che merita di essere esposto nelle aule giudiziarie è il crocifisso e che, al
contrario, affiancare ad esso la menorà degli ebrei, che si sono macchiati di
deicidio, è un sacrilegio intollerabile e blasfemo. D'altro canto - sottolinea
in una nota il Vaticano - il diritto costituzionale all'eguaglianza delle
religioni non significa che "tutte le religioni debbano godere degli stessi
diritti" perché in realtà Dio ha voluto e creato sul Pianeta Terra solo la
Chiesa Cattolica che, dunque, è superiore a tutte le
altre.
Il Governo
Berlusconi ha immediatamente rassicurato lo Stato del Vaticano e la C.E.I. e, dopo aver consultato una
equipe di 12 emeriti costituzionalisti dell'Università Cattolica, ha diffuso una
nota nella quale ha preannunciato che nella deprecabile ipotesi di assoluzione
del magistrato sarà disposta un'ispezione immediata a carico dei giudici della
suprema Corte - così come fatto per il dr. Mario Montanaro del Tribunale
dell'Aquila - e sarà poi emanato un decreto - legge col quale si disporrà, in
via di urgenza, l'annullamento dell'assoluzione della Cassazione e la conferma
della condanna inflitta al giudice "anticrocifisso".
L'On.le Silvio
Berlusconi si è detto fiducioso che il Presidente Giorgio Napolitano firmerà, in questo
caso, il decreto. "In caso contrario - ha puntualizzato il Premier - sarò
costretto a modificare anche su questo punto la Carta Costituzionale: mi sembra
infatti grottesco - e degno di un regime comunista sovietico - che la
Magistratura italiana possa deliberare sentenze che siano in contrasto con le
direttive dello Stato del Vaticano e del Governo della Repubblica Pontificia
Italiana. Il caso Englaro ha dimostrato a tutti gli italiani che la nostra
Repubblica non si fonda su di una "Carta Costituzionale" realmente democratica,
bensì su di una vera e propria "carta igienica" voluta da individui comunisti e
filosovietici: non si giustifica, altrimenti, che il Tribunale di Milano, la
Corte di Appello di Milano, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione civile,
la Corte Costituzionale, la Corte Europea dei diritti dell'uomo e il TAR della
Lombardia si siano tutti accaniti a dar torto al Governo italiano e alla Chiesa
cattolica e ad accogliere, invece, le istanze di giustizia di Beppino Englaro, tra l'altro dopo
appena 18 anni di giudizio. Ancor più delirante, poi, è che si sia impedito al
Governo di ribaltare tutte queste sentenze sfavorevoli con un piccolo
decreto-legge che avrebbe impedito - come giustamente ha detto la Santa Chiesa
Cattolica- la consumazione di un assassinio che è stato grottescamente
deliberato da giudici italiani, altrettanto complici, e che è stato consumato
grazie alla complice connivenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che non ha impedito
l'esecuzione di questa condanna a morte: un omicidio ancor più deprecabile
perché voluto da un padre ai danni di una figlia che poteva avere ancora dei
bambini ed allevarli nella letizia e nella grazia di Nostro Signore Gesù Cristo.
Amen.
11.02.2009 Agenzia di stampa
Fantacronacavera
Fonte
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Il caso del giudice "anticrocifisso" Luigi
Tosti
Palazzaccio piazza Cavour
(per l'ingresso è obbligatorio
esibire documento personale)
Pomeriggio
16,30:
Ricorrenza della messa al rogo di Giordano
Bruno
Piazza de' Fiori
Saranno
presenti:
Luigi Tosti
Margherita Hack
Carlo Bernardini
Federico Coen
Axteismo, movimento internazionali di libero
pensiero
Vari movimenti e associazioni Atee e
Laiche
ROMA - Il 17
febbraio 2009 - e cioè in occasione della ricorrenza del 409esimo anniversario
dell'esecuzione della condanna a morte, sul rogo, di Giordano
Bruno - la Sesta Sezione Penale della
Cassazione è chiamata a decidere il ricorso del giudice Luigi Tosti contro la sentenza del
Tribunale dell'Aquila, che gli ha inflitto nel 2005 un anno di reclusione e
l'interdizione dai pubblici uffici per essersi rifiutato di tenere le udienze
perché il Ministro di Giustizia si è rifiutato, a sua volta, di togliere i
crocifissi dalle aule giudiziarie o di autorizzarlo ad esporre, a fianco dei
crocifissi, la sua menorà ebraica.
Il Vaticano
e la Conferenza Episcopale Italiana
hanno esternato la loro viva preoccupazione e il loro disappunto per
un'eventuale assoluzione del magistrato, ribadendo che l'unico simbolo religioso
che merita di essere esposto nelle aule giudiziarie è il crocifisso e che, al
contrario, affiancare ad esso la menorà degli ebrei, che si sono macchiati di
deicidio, è un sacrilegio intollerabile e blasfemo. D'altro canto - sottolinea
in una nota il Vaticano - il diritto costituzionale all'eguaglianza delle
religioni non significa che "tutte le religioni debbano godere degli stessi
diritti" perché in realtà Dio ha voluto e creato sul Pianeta Terra solo la
Chiesa Cattolica che, dunque, è superiore a tutte le
altre.
Il Governo
Berlusconi ha immediatamente rassicurato lo Stato del Vaticano e la C.E.I. e, dopo aver consultato una
equipe di 12 emeriti costituzionalisti dell'Università Cattolica, ha diffuso una
nota nella quale ha preannunciato che nella deprecabile ipotesi di assoluzione
del magistrato sarà disposta un'ispezione immediata a carico dei giudici della
suprema Corte - così come fatto per il dr. Mario Montanaro del Tribunale
dell'Aquila - e sarà poi emanato un decreto - legge col quale si disporrà, in
via di urgenza, l'annullamento dell'assoluzione della Cassazione e la conferma
della condanna inflitta al giudice "anticrocifisso".
L'On.le Silvio
Berlusconi si è detto fiducioso che il Presidente Giorgio Napolitano firmerà, in questo
caso, il decreto. "In caso contrario - ha puntualizzato il Premier - sarò
costretto a modificare anche su questo punto la Carta Costituzionale: mi sembra
infatti grottesco - e degno di un regime comunista sovietico - che la
Magistratura italiana possa deliberare sentenze che siano in contrasto con le
direttive dello Stato del Vaticano e del Governo della Repubblica Pontificia
Italiana. Il caso Englaro ha dimostrato a tutti gli italiani che la nostra
Repubblica non si fonda su di una "Carta Costituzionale" realmente democratica,
bensì su di una vera e propria "carta igienica" voluta da individui comunisti e
filosovietici: non si giustifica, altrimenti, che il Tribunale di Milano, la
Corte di Appello di Milano, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione civile,
la Corte Costituzionale, la Corte Europea dei diritti dell'uomo e il TAR della
Lombardia si siano tutti accaniti a dar torto al Governo italiano e alla Chiesa
cattolica e ad accogliere, invece, le istanze di giustizia di Beppino Englaro, tra l'altro dopo
appena 18 anni di giudizio. Ancor più delirante, poi, è che si sia impedito al
Governo di ribaltare tutte queste sentenze sfavorevoli con un piccolo
decreto-legge che avrebbe impedito - come giustamente ha detto la Santa Chiesa
Cattolica- la consumazione di un assassinio che è stato grottescamente
deliberato da giudici italiani, altrettanto complici, e che è stato consumato
grazie alla complice connivenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che non ha impedito
l'esecuzione di questa condanna a morte: un omicidio ancor più deprecabile
perché voluto da un padre ai danni di una figlia che poteva avere ancora dei
bambini ed allevarli nella letizia e nella grazia di Nostro Signore Gesù Cristo.
Amen.
11.02.2009 Agenzia di stampa
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