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IL MIO RAPPORTO CON GLI ANIMALI
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IL MIO RAPPORTO CON GLI ANIMALI
IL MIO RAPPORTO CON GLI ANIMALI
Tutto sommato posso dichiarami fortunato per il mio rapporto con gli animali. Anche se da bambino è stato contrastato a causa di mia madre, perfetta mamma ma con la mania della pulizia. La casa doveva essere una sacrestia.
Per non dilungarmi troppo partiamo da quando frequentavo l’ istituto tecnico per chimici.
Ora come tutti i studenti di questa età ho marinato la scuola, chi non lo ha mai fatto? Però a differenza dei miei coetanei che lo facevano magari per andare con la prima fidanzatina a Villa Borghese, io anche andavo là ma per recarmi al bioparco.
Inutile dirvi che ero quel ragazzino scalmanato che ha fatto venire i capelli bianchi ai guardiani i quali dovevano prendersi cura oltre che degli animali anche di quest’altra bestiolina che ero io.
Li accarezzavo tutti dai leoni agli oselot.
Poi ho avuto la fortuna di stare per un periodo di tempo da un amico di mio padre nel Piemonte, esattamente a Pinerolo, il quale era titolare di un locale, ancora esiste, di nome “Macumba”.
Il Macumba era un locale stile africano pieno di animali come uno zoo.
La mia felicità aveva raggiunto le punte massime.
All’età di diciotto diciannove anni mia madre mi trovò in gabbia con sei leoni, si leoni erano i miei gattoni.
Mi ricordo il mio rapporto con una puma anche questo meraviglioso, mi abbracciava come una mamma.
Poi Sexy una scimpanzé che voleva portarmi sull’albero a mangiare mele e la sera mi metteva a letto avendo cura di pormi bene le coperte.
Infine mi fu affidato Imo un magnifico Ghepardo con lui avevo un rapporto di fratellanza.
Ritornato a casa comincia con i cani e qui la storia la conoscete, come quella con i cavalli.
Penso che il motivo per cui sono riuscito ad instaurare questi rapporti è stato solo quello di un reciproco rispetto.
Mi sono sempre avvicinato a loro con la massima umiltà dovevo imparare.
Imparare tutto, il loro linguaggio le loro usanze insomma tutto.
Si perché ero e sono io che devo scendere al loro gradino e non pensare che loro salgano al mio se non sono capace di comunicare e di servire.
Di servire perché studiando il Lupo che è utile al suo branco ho notato che conosce bene la gerarchia senza che questa gli venga imposta.
Tutto sommato posso dichiarami fortunato per il mio rapporto con gli animali. Anche se da bambino è stato contrastato a causa di mia madre, perfetta mamma ma con la mania della pulizia. La casa doveva essere una sacrestia.
Per non dilungarmi troppo partiamo da quando frequentavo l’ istituto tecnico per chimici.
Ora come tutti i studenti di questa età ho marinato la scuola, chi non lo ha mai fatto? Però a differenza dei miei coetanei che lo facevano magari per andare con la prima fidanzatina a Villa Borghese, io anche andavo là ma per recarmi al bioparco.
Inutile dirvi che ero quel ragazzino scalmanato che ha fatto venire i capelli bianchi ai guardiani i quali dovevano prendersi cura oltre che degli animali anche di quest’altra bestiolina che ero io.
Li accarezzavo tutti dai leoni agli oselot.
Poi ho avuto la fortuna di stare per un periodo di tempo da un amico di mio padre nel Piemonte, esattamente a Pinerolo, il quale era titolare di un locale, ancora esiste, di nome “Macumba”.
Il Macumba era un locale stile africano pieno di animali come uno zoo.
La mia felicità aveva raggiunto le punte massime.
All’età di diciotto diciannove anni mia madre mi trovò in gabbia con sei leoni, si leoni erano i miei gattoni.
Mi ricordo il mio rapporto con una puma anche questo meraviglioso, mi abbracciava come una mamma.
Poi Sexy una scimpanzé che voleva portarmi sull’albero a mangiare mele e la sera mi metteva a letto avendo cura di pormi bene le coperte.
Infine mi fu affidato Imo un magnifico Ghepardo con lui avevo un rapporto di fratellanza.
Ritornato a casa comincia con i cani e qui la storia la conoscete, come quella con i cavalli.
Penso che il motivo per cui sono riuscito ad instaurare questi rapporti è stato solo quello di un reciproco rispetto.
Mi sono sempre avvicinato a loro con la massima umiltà dovevo imparare.
Imparare tutto, il loro linguaggio le loro usanze insomma tutto.
Si perché ero e sono io che devo scendere al loro gradino e non pensare che loro salgano al mio se non sono capace di comunicare e di servire.
Di servire perché studiando il Lupo che è utile al suo branco ho notato che conosce bene la gerarchia senza che questa gli venga imposta.
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