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Messaggio  Admin Lun Giu 07, 2010 7:31 pm

Massoneria: un problema o una risorsa ?
Raffaele Luigi Billi



La caccia alle streghe aperta dentro al PD dalla corrente ex DC, ha come scopo finale il tentativo di mettere definitivamente alle corde la leadership di Bersani. Queste posizioni, visceralmente antimassoniche e sostanzialmente clericali, riscuotono grande successo nell'immaginario del paese, ma vanno a scontrarsi con le reiterate sentenze dell'Alta Corte di Giustizia Europea che accusa l'Italia di scarso senso della democrazia.
Il dibattito aperto dentro al PD in relazione al problema degli iscritti alla massoneria, merita secondo me di spendere qualche parola in più, rispetto a quelle che anche nei quotidiani nazionali, ed ora anche locali per bocca del consigliere Nicotra, abbiamo letto in questi ultimi giorni.
Il cristianesimo ha rappresentato la tradizione culturale dell’occidente degli ultimi due millenni. La cultura del sapere, passata attraverso il tunnel della storia, è arrivata a noi attraverso gli eroici amanuensi che nel chiuso di antichi monasteri cistercensi hanno consegnato all’uomo moderno i fondamenti della filosofia, delle antiche scienze matematiche e della fisica. L’uomo moderno tanto deve alla fede di coloro che hanno speso la vita in questo sacrificio. Alla luce di queste riflessioni, e delle polemiche un po’ strumentali sugli scandali sessuali interni alle gerarchie, considero assolutamente ingiusto giudicare 20 secoli di storia, attraverso il buco della chiave di un manipolo di sciagurati che oggi ne hanno sporcato il volto coi loro segreti vizi e le modeste virtù
Altrettanto ingiusto è tuttavia giudicare la massoneria attraverso il monocolo rotto di quello che fu uno scandalo tutto e soltanto italico: la P2 .
La massoneria nasce e si sviluppa sulla radice dell’illuminismo, del bisogno dell’uomo di affrancarsi dalle religioni in senso temporale e dallo strapotere degli ecclesiastici, nel tentativo di fondare un nuovo ordine di valori fondato sulla libertà di pensiero, sulla uguaglianza tra i censi, sulla fratellanza fra gli uomini. Parlare di massoneria senza tener conto dell’impulso che questa ha dato allo sviluppo dell’uomo moderno, significa mettere la testa dentro la sabbia e far finta che la storia sia stata scritta guardando altrove. Significa dimenticare infatti, che a partire dal 700 questa ha segnato indelebilmente ogni evento di rilevo mondiale. Come dimenticare che la dichiarazione di indipendenza americana (così come la dichiarazione dei diritti dell'uomo un paio di secoli dopo) fu scritta in una loggia massonica, e che la più importante democrazia del mondo è stata pensata, tenuta a battesimo, cullata, e svezzata dalle logge massoniche americane. Come far finta di non sapere che Washinton, Franklin, Jefferson, Adams e moltissimi altri delegati, erano massoni ?
Tutta la vicenda della guerra di indipendenza - il ruolo di Franklin a Parigi, inviato speciale del Congresso americano; il ruolo giocato da Lafayette e dai suoi volontari; la spedizione militare del generale Rochambeau a Rhode Island, presenta aspetti misteriosi e, a volte, paradossali, che solo un sotterraneo lavorio delle Logge inglesi, francesi e americane, convergenti intorno a un comune progetto «sovversivo» che già guardava, forse, ai possibili sviluppi rivoluzionari in terra francese, potrebbe in buona parte spiegare. Impegnandosi nella guerra al fianco degli insorti americani, è come se Ancien Régime avesse firmato la sua condanna e la sua rovina, in Francia prima e in prospettiva, nel resto d'Europa; con la sola eccezione della Gran Bretagna che, avendo già realizzato il trapasso verso la modernità (liberalismo, parlamentarismo, rivoluzione industriale e ascesa della borghesia commerciale e finanziaria, tutti temi cari alle logge inglesi ), poteva permettersi di guardare con sovrano disprezzo alle sanguinose convulsioni del Vecchio Continente. Fu così che pochi anni dopo, Danton Marat e Desmoulins, alzarono sui tetti di Francia la massima massonica: Libertà – Uguaglianza – Fratellanza.
E in Italia ?
La prima loggia fu fondata a Firenze nel 1731. Intorno al nucleo iniziale, costituito da soli inglesi, si aggiunsero gradualmente numerosi nobili ed intellettuali fiorentini. Su questa loggia si esercitarono gli effetti persecutori della bolla pontificia “In eminenti”, pubblicata il 28 aprile 1738, che inaugurava una lunga serie di scomuniche e di condanne. Della prima Loggia in Italia, detta degli "Inglesi", fecero parte gli italiani Antonio Cocchi e Tommaso Crudeli; quest'ultimo fu per questo incarcerato, torturato dal Sant'Uffizio di Firenze, morì per i postumi del carcere a Poppi (proprio Poppi di Arezzo) nel 1745 e per questo è considerato il primo martire della massoneria universale.
L'8 ottobre 1859, a Torino, sette confratelli su ispirazione di Camillo Benso conte di Cavour, costituirono una nuova loggia, chiamata "Ausonia dall'antico nome poetico dell'Italia". L’appoggio della massoneria inglese ai patrioti italiani divenne esplicito quando tutta la flotta britannica fu schierata nel Tirreno, pronta a sbarrare la strada alle navi da guerra borboniche che avrebbero fatto volentieri a pezzi i garibaldini che stavano puntando su Marsala. Il 1º gennaio 1862 sotto la presidenza di Felice Govean, facente funzioni di gran maestro, e con la presenza dei rappresentanti di ventotto logge, Giuseppe Garibaldi fu salutato come "primo libero muratore italiano", ricevendo il 33º grado del Rito scozzese. Furono membri della massoneria con ruoli di primo piano, anche Mazzini, Crispi e Zanardelli. Tutto il risorgimento italiano, fu impregnato degli ideali massonici.
Nel 1884 fu pubblicata l'enciclica Humanum Genus di papa Leone XIII, che segnò probabilmente il momento più alto di scontro tra la Chiesa cattolica e la massoneria. Il documento pontificio, oltre ad addebitare alla massoneria "atroci vendette su chi sia creduto reo di aver tradito il segreto e disubbidito al comando, e ciò con tanta audacia e destrezza, che spesso il sicario sfugge alle ricerche ed ai colpi della giustizia", sosteneva che l'obiettivo dei massoni era quello di "distruggere da cima a fondo tutta la disciplina religiosa e sociale che è nata dalle istituzioni cristiane, e sostituirla con una nuova, modellata sulle loro idee, e i cui princìpi fondamentali e le leggi sono attinte dal naturalismo". In questo clima entrarono a far parte della massoneria le figure più rappresentative del mondo politico e culturale, tra cui Giovanni Bovio, Giosuè Carducci, Agostino Bertani.
Il 6 giugno 1889 in Campo de' Fiori a Roma avveniva l'inaugurazione del monumento a Giordano Bruno, opera dello scultore e futuro gran maestro Ettore Ferrari. L'oratore ufficiale fu il filosofo Giovanni Bovio; nel 1895 divenne gran Maestro Ernesto Nathan, poi sindaco di Roma.
All'inizio del XX secolo avvengono ulteriori attacchi alla massoneria provenienti dai versanti più disparati e tra loro contrapposti.
- Pubblicato nel 1917, il canone 2335 del codice di diritto canonico prevedeva la scomunica per i massoni.
- Nel novembre 1922, il IV congresso moscovita dell'Internazionale Comunista proclamava l'incompatibilità tra militanza nei partiti comunisti e appartenenza alla massoneria.
- Nella seduta del 13 febbraio 1923 presieduta da Benito Mussolini, il Gran Consiglio del fascismo dichiarava l'incompatibilità tra militanza fascista ed appartenenza alla massoneria.
- Il 19 maggio 1925 la Camera dei deputati approvò con 289 voti favorevoli e solo 4 contrari il progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato da Mussolini e mirante soprattutto allo scioglimento della massoneria. Difatti Mussolini riteneva che la moderna democrazia di origine illuminista, non fosse altro che una subdola dittatura massonica.
- Il 28 maggio 1930 gli esuli massoni all’estero fondarono una nuova loggia,l' "Italia Nuova" numero 609, dalla quale provenne un notevole contributo alla causa repubblicana nella guerra civile spagnola, cui parteciparono nove membri della loggia, tra i quali Randolfo Pacciardi e Francesco Fausto Nitti.
Fu Antonio Gramsci a battersi contro il disegno di legge, presentato da Mussolini in Parlamento contro le società segrete, cioè contro la massoneria. E guarda caso, fu il primo provvedimento legislativo presentato dal governo mussoliniano.
Che cos'è la massoneria? A questa sua domanda, Gramsci rispose, rivolgendosi ai fascisti: Voi avete fatto molte parole sul significato spirituale, sulle correnti ideologiche che essa rappresenta; ma tutte queste sono forme di espressione di cui voi vi servite solo per ingannarvi reciprocamente, sapendo di farlo.
La massoneria, dato il modo con cui si è costituita l'Italia in unità, data la debolezza iniziale della borghesia capitalistica italiana, la massoneria è stata l'unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo.
Su questo ragionamento gramsciano, Francesco Cossiga, che di massoneria se intende come pochi, confessa che la massoneria era la religione civile del Risorgimento contro la Chiesa e accomunava monarchici e repubblicani.
Negli stati totalitari la massoneria è quasi sempre bandita. Nella Germania nazista i massoni venivano inviati nei campi di concentramento e tutte le logge massoniche furono chiuse e spesso distrutte. I massoni tedeschi adottarono il fiore "nontiscordardime" come modo segreto di riconoscimento e come sostituto per il troppo noto e riconoscibile simbolo della squadra e del compasso. Così anche per quanto riguarda i regimi totalitari comunisti, con l'eccezione di Cuba dove la massoneria è sempre stata ammessa.
Anche in epoca moderna i governanti più illuminati si sono sempre ispirati alla muratoria. E’ il caso di Hussein di Giordania, del presidente Sadat o di Francois Mitterrand. Oggi la massima espressione della cultura massonica è rappresentata dalla Organizzazione delle Nazioni Unite, che della massoneria ha adottato pure il colore sociale: l’azzurro.
Qualcuno potrebbe spaventarsi, dal momento che nell'immaginario collettivo del nostro Paese l'idea di massoneria ha assunto una connotazione decisamente negativa. Alla formazione di questo luogo comune ha contribuito lo scandalo tutto italico, della Loggia P2 e la scoperta del suo «Piano di rinascita democratica» che mirava ad un un assorbimento degli apparati democratici della società italiana all'interno di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro l'informazione. In altre nazioni non è così. Negli USA sono istallati anche cartelli stradali di tipo turistico, per segnalare la presenza dei centri massonici, mentre è notorio che tutta la storia della democrazia americana, ruota attorno alle logge che ne hanno costituto l’humus culturale.
Negli ultimi anni l'Italia, caso unico tra i paesi democratici, è stata ripetutamente condannata dalla Corte di giustizia europea per violazione dei diritti umani poiché alcune leggi dello stato e di alcune regioni risultavano discriminatorie nei confronti dei massoni. Sul punto è da rilevare che pronunzie del Consiglio Superiore della Magistratura degli anni novanta del secolo scorso, ritennero censurabile finanche la remota affiliazione di un Magistrato all'istituzione massonica. Sulla decisione aveva pesato anche la valutazione del clima creatosi in Italia nei confronti della massoneria, dopo lo scandalo della P2.
Secondo la Corte europea, la norma regionale, contenuta nell’art. 7 bis ante, comma 5, della legge regionale 75/1978, introdotto con la legge regionale 1/2000, nell’obbligare gli appartenenti a società massoniche a dichiarare tale appartenenza all’atto della presentazione della candidatura, avrebbe irragionevolmente discriminato tali soggetti, in violazione dell’art. 14 della Convenzione che impone agli Stati contraenti di assicurare, senza discriminazioni ingiustificate, il godimento dei diritti e delle libertà riconosciute dalla stessa Convenzione, tra cui la libertà di associazione sancita dall’art. 11.
La sentenza della Corte europea ribadisce quanto già affermato con una sentenza del 2001 (Corte Europea dei diritti dell’uomo, sez. IV, 2 agosto 2001, Goi-Italia) che traeva origine da un ricorso (n. 35972/97) con il quale il Grande Oriente d'Italia denunciava la violazione della CEDU da parte della legge della regione Marche n. 34 del 5 agosto 1996 che dettava le regole da seguire per le nomine e le designazioni alle cariche pubbliche di spettanza della Regione medesima. In particolare l'art. 5 della legge fissava le modalità e le condizioni di presentazione delle candidature alle nomine ed alle designazioni nell'ambito di "organi di enti e soggetti pubblici e privati diversi dalla Regione", prevedendo, fra l'altro, che i candidati non dovessero appartenere alla Massoneria.
La Corte - richiamata la propria precedente giurisprudenza – ha ritenuto che la libertà di associazione rivesta una tale importanza da non potere subire alcuna limitazione, sia pure per una persona candidata ad una carica pubblica, nella misura in cui l'interessato non commetta egli stesso, in ragione della sua appartenenza all'associazione, alcun atto irreprensibile. D'altra parte è evidente che l'associazione subisce il contraccolpo delle decisioni dei suoi membri. In conclusione, l'interdizione contestata, per quanto minima possa essere con riguardo alla ricorrente, non appare "necessaria in una società democratica".
La sentenza del maggio 2007 nasce dal ricorso promosso per violazione dell’art. 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l’art. 11 (libertà di riunione e di associazione), dell’art. 11, e dell’art 13 (diritto ad un ricorso effettivo) CEDU in relazione al comma 5 dell’art. 7 bis ante della legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 75/1978 che prevedeva l’obbligo dei candidati a nomine o designazioni di competenza regionale, nei “Consigli di Amministrazione delle società a partecipazione regionale, in quelli degli Enti regionali e nei Comitati di nomina regionale”, di dichiarare la loro eventuale appartenenza a “società massoniche”. Stabilendosi che la mancata dichiarazione costituisse condizione ostativa alla nomina.
La Corte, dopo aver chiarito che la disposizione contenuta nell’art. 14 completa le altre disposizioni normative contenute nella Convenzione e nei Protocolli, avendo la funzione di assicurare il godimento di tutti gli altri diritti e libertà che la carta garantisce, ha affermato che una disposizione è discriminatoria allorquando difetta di una giustificazione oggettiva e ragionevole. Infatti, la norma di cui all’art. 14 è violata ove venga meno il rapporto di ragionevolezza e proporzionalità che deve esistere tra scopo perseguito e mezzi impiegati.
Nel caso di specie, si è rilevato che, sebbene la disposizione della legge regionale sopra citata sia volta a perseguire il fine legittimo di tutelare la sicurezza nazionale e la difesa dell’ordine, essa discrimina ingiustificatamente le associazioni massoniche rispetto alle altre associazioni a carattere non segreto, per le quali potrebbe comunque porsi un problema di sicurezza nazionale e di difesa dell’ordine.
La Corte ha pertanto constatato la violazione dell’art. 14, in combinato disposto con l’art. 11, anche in ragione della mancanza di valide argomentazioni difensive da parte del Governo sul carattere ragionevole e proporzionato della disparità di trattamento tra associazioni.
Sempre, con sentenza 17 febbraio 2004, la Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo aveva infine condannato l'Italia a risarcire un magistrato che era stato censurato dalla Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura in ragione della sua affiliazione ad una loggia massonica. La Corte ha riscontrato nella fattispecie una violazione dell'articolo 11 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) in materia di libertà di riunione e di associazione, ravvisando nel citato provvedimento disciplinare un'ingerenza illegittima in questo campo di libertà. (Corte Europea diritti dell’uomo, 17 febbraio 2004, Maestri-Italia; 2 agosto 2001, N.F-Italia) L’Italia è stata condannata anche al pagamento delle spese.
In Italia la massoneria trova la sua legittimazione in primo luogo nell'articolo 18 della Costituzione della Repubblica Italiana, che riconosce e tutela la libertà d'associazione, e prevede che i cittadini abbiano il diritto di associarsi, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalle leggi; se il fine è lecito, ne consegue la liceità dell'associazione. Il medesimo articolo, al comma secondo, vieta le associazioni segrete; quali associazioni siano da intendersi segrete è stabilito dalla legge numero 17 del 25 gennaio 1982 sulle associazioni segrete, la cosiddetta legge Spadolini-Anselmi. In base a tale legge, segreta non è l'associazione che mantenga la riservatezza sugli iscritti, ovvero custodisca segreti iniziatici, bensì quella che, anche all'interno di associazioni palesi, occultando la propria esistenza, ovvero tenendo segrete finalità ed attività sociali, tenendo sconosciuti i soci, anche in parte e reciprocamente, svolga attività diretta ad interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di pubbliche amministrazioni, di enti pubblici ovvero di servizi pubblici essenziali d'interesse nazionale. Quindi, la fattispecie criminale è precisa e rappresenta condotte differenti dall'autentico lavoro massonico.
Alcuni valori della massoneria sono condivisi da altre associazioni internazionali; in alcuni casi risultano anche legami personali. Tuttavia nessuna di queste associazioni appartiene alla massoneria.
Lo scautismo internazionale, che non è un gruppo massonico, fu fondato da Robert Baden-Powell di cui non è mai stata provata l’adesione alla massoneria, pur esistendo varie logge a lui intitolate. Tuttavia, alcuni fra i fondatori di associazioni scout nazionali probabilmente ritennero di poter mettere in pratica molti degli ideali massonici attraverso lo scautismo, come nel caso del massone Daniel Carter Beard. Anche Sir Francis Vane e James Spensley, fra i pionieri dello scautismo in Italia, furono massoni.
Tra i fondatori del Rotary International vi erano massoni, così come nel Lions Club e nel Kiwanis International. L'Avis è stata fondata in Italia da un massone, come anche la Croce Rossa Internazionale , fondata dal massone Jean Henri Dunant.
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Messaggio  Admin Lun Giu 07, 2010 7:32 pm

7 giugno 2010
[dal Corriere Fiorentino] La ridicola caccia al massone made in PD
Poteva il Partito Democratico perdere occasione per mettersi a dibattere di cose interne mentre il resto del mondo ha qualche altra cosetta, diciamo una crisi globale e le sue conseguenze, a cui star dietro? Poteva risparmiare ai propri elettori l’ennesima bega ad uso correntizio? Giammai! E così, con grande generosità, ma non altrettanta fantasia, decide di tirar fuori dal bagaglio dei ricordi un vecchio tema, sempre pronto all’uso: massoni e partiti politici. E’ proprio vero che di questi tempi non si butta via nulla.

Si badi bene che, fuor d’ironia, il tema potrebbe essere trattato in modo non banale e culturalmente stimolante, ma è evidente che il suo impiego ha uno scopo squisitamente strumentale, secondo logiche di guerricciole interne, a cui sempre più militanti democrats credo siano stanchi d’assistere. E sì che il promotore di questa nuova “battaglia culturale” è il Beppe Fioroni che sul sito della sua corrente nel PD, Quarta Fase, si produce in un editoriale dal titolo “No a un Pd che si guarda l’ombelico”.

Ma del resto la massoneria è fantoccio polemico a cui far vestire ogni panno che il sospetto porta con sé. Cappucci, grembiuli, compassi e rituali; manca giusto la musica thrilling di sottofondo ed una voce fuoricampo che con tono spettrale racconta di connessioni possibili, quanto improbabili, fra la “misteriosa organizzazione” e i fatti più disparati: dalla crisi economica alla scomparsa del gatto del vicino.

E dire che la massoneria, nella storia, è stata ben altro che la sua narrazione e deformazione becero-pop, ed è divertente leggere delle odierne polemiche mentre passeggiando per Firenze s’incrociano i bei manifesti che presentano il Flauto Magico presto in scena a Boboli e nella splendida abbazia di San Galgano. E se per un attimo il pensiero confronta la vertigine dell’opera di Mozart, con le uscite di Fioroni, è inevitabile un senso di straniamento. Per non parlare del grottesco raggiunto dal Di Pietro che dichiara che “in un paese democratico e libero, sistemi massonici non dovrebbero esistere”, dando illuminata prova d’ignorare bellamente la storia d’Italia, prima che della massoneria messa fuorilegge sotto il fascismo.

Non c’è tuttavia bisogno di tornare al ventennio per rammentare casi, curiosi ed emblematici, di caccia al massone. Qualcuno, infatti, ricorderà il caso toscano del libriccino “La Toscana delle Logge”. Solo pochi mesi fa il principale promotore di quell’iniziativa, Graziano Cioni, la rammentava in un’intervista al quotidiano «Il Riformista ». “Nel 1993 – ricordava Cioni - pubblicai a puntate sull'Unità i nomi di oltre 2200 massoni fiorentini appartenenti alle logge coperte, quelle di cui non si conosce l'esistenza. Allora qualcuno si fece male”. Tra coloro che allora si fecero male bisogna annoverare proprio l'Unità. Perché in quel clima di caccia alle streghe, quelli che vennero pubblicati nell’opuscolo allegato al quotidiano erano (atto di citazione del 10/12/1993) “elenchi ... erronei, non autorizzati, per quanto concerne gli iscritti, dalle associazioni, né da queste messe a disposizione di quel giornale”. L'Unità S.p.A venne citata in giudizio e alla fine fu costretta a cercare una mediazione. Si dichiarò così disponibile “a far comporre ed editare a proprie spese un'opera illustrativa dell'istituzione massonica, di carattere scientifico e divulgativo”, proprio per compensare i danni fatti da quella poco puntuale caccia alle streghe.

Certo è che la massoneria oggi è altro da ciò di cui si trova eco, ad esempio, nella Costituzione degli Stati Uniti d’America. Inutile negarlo, così come è inutile negare che se proprio intendesse avere altro ruolo ed altra immagine che non quello della piccola consorteria d’interessi sotterranei, dovrebbe ripensare radicalmente se stessa. Perché l’Italia è sì il paese dove è sempre in voga la retorica del complotto e la logica dell’illazione senza prove; così come è il paese delle stragi di Stato o di quella strana categoria, unicum mondiale, dei cosiddetti poteri forti.

E tuttavia è anche il paese dove, ad esempio, interessanti studi dimostrano che la grande maggioranza delle società quotate è collegata in un’unica rete attraverso un ristretto gruppo di amministratori che siedono ciclicamente in più consigli d’amministrazione. E’ il paese dove rigidi sistemi di casta e di cricca convivono con e grazie all’ipocrisia che rifiuta di riconoscere e regolamentare la vita delle lobbies. E’ perciò un paese dove è la trasparenza, più che la verità, ad essere rivoluzionaria. Dovrebbe capirlo la massoneria, certo, ma anche i partiti. Che per tante cose, in questa querelle, rischiano di passare per il più classico dei buoi che dà del cornuto all’asino.

dal Corriere Fiorentino di sabato 5 giugno
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